Torneo Anglo-Italiano: un’autorete giocando in casa
Una fra le competizioni più interessanti e innovative è stato il Torneo Anglo-Italiano. Tutt’oggi anche i tifosi nati fra il 1960 e il ’61, sia pure ai primi interessi calcistici, ricordano con nostalgia tale manifestazione, creata nel 1970. Il torneo era ideato e organizzato dal calabrese Gigi Peronace (1925-80). Grande dirigente della Figc e perfetto conoscitore pure del calcio d’Oltremanica, fu uno dei protagonista sia dell’elezione di Artemio Franchi (1922-83) alla presidenza dell’Uefa, che alla nomina di Enzo Bearzot (1927-2010) a commissario tecnico della Nazionale nel 1976. Personaggi d’altri tempi. La rassegna si svolgeva in genere nella tarda primavera fra squadre professionistiche, in partite di andata e ritorno, ove ogni club non s’incontrava mai con una società dello stesso Paese1, e in finale giungevano le migliori, rispettivamente per Federazione a classifiche distinte. Gli incontri in Italia erano arbitrati da inglesi, e viceversa in Inghilterra, eccettuate le finali.
Una simpatica e spettacolare innovazione, applicata alle prime tre edizioni (’70, ’71 e ’72), fu che nei gruppi eliminatori, oltre ai due punti per la vittoria e uno per il pareggio, era attribuito un punto anche per ogni rete segnata. Nella sola edizione 1973, si sperimentò la ‘zona limitata del fuorigioco’ valida soltanto entro l’area dei sedici metri (quella di rigore), però ampliata nelle linee laterali del campo.
Il torneo ebbe un grande successo da parte del pubblico delle due scuole, in quanto esso era impostato per favorire un gioco nettamente offensivo. Rispetto alla prima edizione, nella seconda si ebbe addirittura un aumento del 73% di spettatori e del 77% degli incassi. E via via maggior entusiasmo, e anche violenza, da parte di tifosi e calciatori. Nel 1974 non fu disputato per la concomitante Coppa del Mondo. L’anno dopo si disse che le società italiane ed inglesi non riuscissero a trovare un accordo per il suo svolgimento, per cui le due federazioni, onde evitare la fine di questa manifestazione, la destinarono in seguito a club semiprofessionistici.
Però vediamo di capire perché in realtà questo torneo avvincente fu fatto morire declinandolo in provincia.
Dagli antecedenti bei discorsi passiamo ai dati relativi alle prime quattro edizioni, giocate, appunto, da professionisti. Per fin troppo tempo, almeno in Italia, è passato sotto silenzio che le squadre inglesi – a pari delle nostre – non fossero tutte di Serie A. Mentre le 26 italiane risultavano 24 di A e 2 di B, le altrettante inglesi erano composte da compagni di bassa classifica di A (I divisione: 14 di cui tre retrocesse) e di B (II divisione: 12 di cui una promossa)2. Pensate che la migliore inglese era il Newcastle United, 9ª nel campionato 1972-73 e vincitrice di quell’edizione del TAI.
Opposte a questi club mediocri di agonismo massimo – com’è costume del calcio britannico – noi schierammo società di altissimo profilo: una Campione d’Italia in carica, due terze classificate, due quarte, due quinte, tre seste, ecc., tanto per restare nella zona Coppa Uefa3.
Volete sapere com’è finita? Su quattro edizioni – delle quali le finali, per regolamento, si disputavano in Italia – le inglesi hanno vinto tre. Il totale delle 107 partite ha dato per somma 24 vittorie italiane, 26 pareggi e ben 57 affermazioni inglesi.
Vi elenco alcune perle: Swindon Town (B5)-Juventus (3ª classificata nel CI 1969-70) 4-0 e 1-0; Napoli-Swindon Town (finale a Napoli) 0-3 (TAI 70); Inter (Campione d’Italia undci giorni prima)-Crystal Palace (A18) 1-2 (TAI 71); Leicester City (A12)-Atalanta (A10) 6-0; Blackpool (B6)-Lanerossi Vicenza (A12) 10-0 (TAI 72); Hull City (B13)-Lazio (3ª classificata nel CI 1972-73) 2-1 (73). Salvò la faccia del calcio italiano solo la Roma di Helenio Herrera (1910-97), battendo nell’edizione ’72 il Blackpool, che quattordici giorni prima aveva umiliato i veneti. Ci voleva il ‘mago’ per vincerla.
Il TAI, inoltre, era molto sentito sia da appassionati che da calciatori. La finale napoletana del 28 maggio 1970 fu sospesa al 79’ dall’arbitro austriaco Paul Schiller4, sullo 0-3 per lo Swindon Town, a causa di gravi incidenti occorsi sugli spalti e contro i calciatori inglesi. Chi scrive è tifoso del Napoli. Ero bambino, ma ricordo: fu il massimo disdoro nella storia della tifoseria partenopea. Ma non è finita qui: par condicio.
Il 16 maggio dello stesso anno, in Lanerossi Vicenza-West Bromwich Albion, dopo il pareggio degli inglesi (Glover al 18’ del s.t. sull’1-0; per gli italiani Derlin al 14’ del p.t.) con carica al portiere biancorosso Bardin, ‘non vista’ dal giudice di gara, è scoppiato il finimondo: “Da questo momento gli animi si sono accesi. Ci sono stati fattacci da espulsione, sui quali molto spesso l’arbitro inglese Howley ha sorvolato. Al 30’ il fatto clamoroso: Hartford ha compiuto un brutto fallo su De Petri, il quale ha reagito inseguendo l’attaccante inglese e colpendolo con pugni. Sono nate zuffe tra i giocatori delle due squadre, nelle quali si sono particolarmente ‘impegnati’ il portiere inglese Osborne e l’attaccante vicentino Ciccolo. Ci sono stati spinte, calcioni, gomitate. In campo, per sedare la mischia, sono andati dirigenti, tecnici, massaggiatori, agenti. Ad un tratto, l’arbitro ha deciso di sospendere la partita. Ha preso il pallone ed è rientrato negli spogliatoi, seguito quasi subito dal Lanerossi Vicenza, applauditissimo, e dagli inglesi, fischiatissimi. La polizia ha tenuto lontano i tifosi che volevano scagliarsi contro i giocatori inglesi, rei d’avere giocato in modo scorretto”5. La partita fu poi data persa 0-2 a entrambe le squadre.
Invece in Roma-Middlesbrough dello stesso giorno (1-1), i tifosi giallorossi, per l’andamento della partita, bruciarono alcune bandiere biancorosse. La partita in sé rischiò di tramutarsi in una zuffa generale, evitata dai tre fischi finali dell’arbitro. Prima dell’incontro, le forze dell’ordine, messe in allarme dalle voci che si erano diffuse nel pomeriggio, avevano predisposto un fitto schieramento di agenti e carabinieri. Rammento al lettore che meno di quattro anni addietro, a Middlesbrough giocò la Nazionale italiana nella famosa partita persa contro la Corea del Nord, ed il pubblico britannico tifava interamente per gli asiatici.
Il 9 maggio, in Inghilterra la polizia era già entrata in campo per mettere fine ad una violenta rissa fra calciatori nella partita Wolverhampton Wanderers-Lazio 1-0. Sorvolando gli altri episodi di ’71 e ’72, facciamo un salto all’edizione ’73: “Mischie, pugni, colpi proibiti hanno caratterizzato la partita fra Lazio e Manchester United valida per il secondo turno del torneo anglo-italiano. Nel tentativo di sedare una delle numerose risse, anche l’arbitro inglese Hill, al 51’, è rimasto ferito al braccio sinistro. Il direttore di gara ha continuato ad arbitrare in evidenti condizioni menomate. Fra i giocatori Facco ha riportato la sospetta frattura dello zigomo sinistro e Petrelli uno stiramento alla coscia. Anche Garlaschelli ha riportato un grave infortunio al ginocchio. Lo spettacolo offerto dal protagonisti in campo è stato semplicemente vergognoso. Sarebbe assurdo parlare di gioco in una partita caotica, brutta, che a tratti ha rasentato il ridicolo; il risultato di zero a zero ha punito entrambe le squadre”6.
Se poi vogliamo infierire sul valore tecnico di questa sfortunata kermesse, in quegli anni, la Nazionale inglese, al contrario della nostra, non si qualificò nemmeno ai mondiali tedeschi ove noi facemmo una magra figura con l’eliminazione al primo turno a favore di Polonia e Argentina. Chi non ricorda le imprese del portiere haitiano, Henri Françillon, il quale ci frustrò la differenza-reti?
Orbene, con tali premesse, è ovvio che la Federazione italiana non avesse più interesse a perpetuare un TAI ‘di serie A’ che ci aveva visto in condizione di netta inferiorità rispetto agli inglesi. Praticamente ridicolizzati.
Ritorneremo a parlarne.
I quattro Tornei iniziali
1970
1971
1972
1973
Note:
1 Salvo che nelle semifinali dell’edizione 1973, proprio per fare in maniera che in finale giungessero una squadra italiana e una inglese.
2 Squadre inglesi. “Edizione 1970”: Middlesbrough (B4), Sheffield Wednesday (A22 retr), Sunderland (A21, retr.). Swindon Town (B5), West Bromwich Albion (A16), Wolverhampton Wanderers (A13). “Edizione 1971”: Blackpool (A22 retr), Crystal Palace (A18), Huddersfield Town (A15), Stoke City (A13), Swindon Town (B12), West Bromwich Albion (A17). “Edizione 1972”: Blackpool (B6), Birmingham City (B2 pro), Carlisle United (B10), Leicester City (A12), Stoke City (A17), Sunderland (B5). “Edizione 1973”: Blackpool (B7), Crystal Palace (A21 retr), Fulham (B9), Hull City (B13), Luton Town (B12), Manchester United (A18), Newcastle United (A9), Oxford United (B8).
3 “Edizione 1970”: Fiorentina (A5), Juventus (A3), Lanerossi Vicenza (A9), Lazio (A8), Napoli (A6), Roma (A11). “Edizione 1971”: Bologna (A5), Cagliari (A7 e Campione d’Italia 1970), Hellas Verona (A11), Inter (Campione d’Italia in carica), Roma (A6), Sampdoria (A12). “Edizione 1972”: Atalanta (A10), Cagliari (A4), Catanzaro (A15 retr), Lanerossi Vicenza (A12), Roma (A7), Sampdoria (A8). “Edizione 1973”: Bari (B12), Bologna (A7), Como (B11), Fiorentina (A4), Hellas Verona (A10), Lazio (A3), Roma (A11), Torino (A6).
4 Ventinove giorni prima aveva arbitrato la finale della Coppa delle Coppe: Machester City-Górnik Zabrze 2-1 (Vienna, 29 aprile 1970).
5 Cfr. Baruffa fra vicentini e inglesi. Proteste (e botte) per la Roma, “La Stampa”, 17 maggio 1970.
6 Cfr. Solo calci e pugni all’Olimpico, ivi, 22 marzo 1973.
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