Elezioni politiche Ue: cosa cambierà
Si approssimano le elezioni europee per il rinnovo del Parlamento – eletto a suffragio universale dal 1979. Tra il 22 ed il 25 maggio saranno chiamati alle urne 28 Paesi, inclusa la Croazia: la scelta sarà quella dei 751 rappresentanti per 500 milioni di persone nell’unica istituzione dell’Ue direttamente eletta dai cittadini.
Fra le novità, il Trattato di Lisbona – in vigore dal 1° dicembre 2009 – ha dotato il Parlamento europeo (PE) di nuovi poteri legislativi, maggiore peso su accordi internazionali e bilancio comunitario, stabilendo un numero di deputati variabili per ciascun Paese su base demografica regressiva. Malta, Estonia, Cipro e Lussemburgo potranno avere 6 rappresentanti; la Germania ne avrà 96, la Francia 74 e l’Italia 73. Una volta eletti, i deputati di ogni nazionalità confluiranno nei sette gruppi politici attualmente esistenti: Alleanza dei Democratici e Liberali per l’Europa (ADLE); Partito Popolare Europeo (PPE); Conservatori e Riformisti europei (ECR); Socialisti e Democratici (S&D); Verdi/Alleanza libera europea (Verdi/ALE); Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (GUE/NGL) ed Europa della Libertà e della Democrazia (ELD). Un esiguo gruppo di Non-iscritti conta 30 europarlamentari.
Gruppi politici
ADLE: liberali e liberaldemocratici di diverse collocazioni politiche (centro, centro-destra o centro-sinistra). Il partito è rappresentato da 74 europarlamentari. Riunisce ideologicamente 61 partiti di Stati europei – anche non comunitari. Aderisce all’Internazionale liberale; nato nel 1976 come Confederazione di partiti politici nazionali, ha assunto l’attuale denominazione dal 2012;
PPE: fondato nel 1976, riunisce le forze di centro-destra – moderati, conservatori e democristiani; aspira a un’Europa dei valori: responsabilità; trasparenza; democrazia; ed alla promozione di un’economia sociale di mercato;
ECR: partito moderatamente euroscettico e conservatore, di centro-destra. Fondato nel 2009, propone una radicale riforma dell’Ue e si basa sui princìpi di sovranità nazionale; Stato di diritto; libero commercio e solidità monetaria;
S&D: d’ispirazione progressista, il gruppo si è costituito nel 2009 per riunire i membri del Partito del Socialismo europeo ed altri soggetti non affiliati, come il PD italiano;
Verdi/ALE: formazione ambientalista e regionalista, nata nel 1999; riunisce deputati dal Partito Verde europeo e dall’Alleanza Libera europea, ove confluiscono anche movimenti indipendentisti di centro-sinistra;
GUE/NGL: ecosocialisti del Nord Europa e partito socialista e comunista della Sinistra europea; propongono un’Europa completamente democratica: l’abolizione del Trattato di Maastricht; l’abbandono della Nato e delle politiche economiche liberiste;
ELD: fondato nel 2009, il partito rappresenta forze di destra contrarie al centralismo burocratico dell’Ue, promuovendo il rispetto delle svariate tradizioni storiche e culturali europee.
Sir Winston Churchill, Konrad Adenauer, Jean Monnet, Robert Schuman e gli italiani Alcide de Gasperi e Altiero Spinelli: sono fra i padri fondatori che hanno ispirato e costruito le basi dell’attuale Unione europea – gli “Stati Uniti d’Europa”, come li definiva il Primo ministro britannico (1940-45; 1951-55), ex ufficiale dell’esercito e corrispondente di guerra, Churchill. 9 maggio 1950 – Data di nascita dell’Unione (oggi celebrata come festa dell’Europa), ossia il giorno in cui lo statista e ministro degli Esteri francese rese nota la Dichiarazione Schuman – elaborata assieme a Jean Monnet: “L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L’unione delle nazioni esige l’eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania”1. La proposta di Robert Schuman pose la produzione di acciaio e carbone franco-inglese sotto l’egida della prima Comunità sovranazionale europea, istituita col consenso immediato del Cancelliere tedesco Adenauer. Il 18 aprile 1951 (Trattato di Parigi) giunse la firma dei governi di Lussemburgo, Italia, Paesi Bassi e Belgio che fondarono la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, embrione dell’odierna Ue.
Il Parlamento, con sede ufficiale a Strasburgo, svolge la funzione di controllo democratico ed è – assieme al Consiglio composto dai ministri dei singoli governi – una delle due camere che esercitano il potere legislativo. Nella capitale del Lussemburgo sorge la sede amministrativa, ossia il segretariato generale del PE. Commissione e Consiglio – più una terza sede parlamentare ed ulteriori organismi comunitari – si trovano invece a Bruxelles, centro nevralgico dell’Unione europea.
Gli eurodeputati – in carica per cinque anni – oltre a controllare l’operato dell’autorità di vigilanza bancaria, ovvero la Banca centrale europea (Bce), avranno il potere di approvare i vertici di tale importante organismo.
Una sostanziale novità riguarda il futuro successore – dall’autunno prossimo – di José Manuel Barroso: per la prima volta infatti il Presidente della Commissione non sarà nominato a porte chiuse dai capi di Stato, bensì sarà eletto dalla cittadinanza – anche se non in maniera diretta. Si tratta perciò delle prime consultazioni ove l’esito delle urne determinerà il capo dell’esecutivo Ue: una rara occasione di scelta democratica.
Mentre fervono i preparativi elettorali, a Bruxelles imperversano manifestazioni contro l’austerity. “La politica europea in risposta alla crisi finanziaria non solo non è sufficiente, ma ha addirittura aggravato la crisi sociale ed economica, portando alla disoccupazione oltre 26 milioni di persone”, ha dichiarato il 4 aprile Bernadette Segol – segretario generale della Confederazione europea dei sindacati. Motivo in più per non mancare all’appuntamento.
Note:
1 Cfr.: Robert Schuman: l’architetto del progetto di integrazione europea, http://europa.eu/about-eu/eu-history/founding-fathers/pdf/robert_schuman_it.pdf
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