Varsavia: fotografia alternativa del quartiere Praga
A est della Vistola c’è Praga, ex quartiere operaio di Varsavia: Kasia Bartoszewska, studiosa di filologia e fotografa amatoriale, ci trasporta coi suoi scatti negli angoli più nascosti della città. Oltre la sponda orientale, in un’atmosfera rimasta intatta – come prima dei bombardamenti della II Guerra mondiale, ai quali fortunatamente molti edifici sono sopravvissuti. Vecchie case e vicoli, cortili decadenti e fabbriche in disuso; la stragrande maggioranza degli abitanti della capitale attraversa di rado la Vistola per entrare nel più antico insediamento di Varsavia, annesso al centro urbano solo alla fine del XVIII secolo. È come se due mondi paralleli convivessero nello stesso spazio. Pochi turisti si avventurano nella Praga varsaviana, tradizionalmente vista come un luogo pericoloso per gli stranieri. Eppure, durante l’ultimo decennio, qualcosa sta cambiando a destra del fiume: gallerie, bazar, locali e negozi bohémienne rianimano il quartiere che era stato a lungo trascurato, fin quasi ad andare del tutto in rovina.
Oltreché nei più celebri luoghi d’interesse artistico della ex “Parigi del nord” – com’era conosciuta la Varsavia occidentale nel XVIII-XIX secolo – quale la splendida residenza estiva (Łazienki Królewskie) dell’ultimo re polacco, Kasia si reca fra antichi vicoli solitari di Praga: lungo la Vistola, nei verdeggianti parchi Praski e Skaryszewski per offrirci rare angolazioni e sguardi insoliti della città, catturati con l’obiettivo di una Nikon. Non trovereste mai sulle guide turistiche immagini di rovine, scorci decadenti e suggestivi di palazzi antiquati in cui molte famiglie – circa 250mila persone – vivono da generazioni.
Senso di vuoto, di attesa; segni tuttora evidenti del conflitto mondiale, fra edifici semideserti, atri diroccati e finestre con i vetri rotti o sbarrate. Vuoti lasciati in Polonia dalla guerra e che l’architettura contemporanea sta pianificando di colmare, recuperando complessi industriali fatiscenti – a tal proposito, vi è il coinvolgimento di Fuksas e Libeskind – e centri storici danneggiati. A Varsavia, lo studio d’architettura più attivo ha sede nell’ex complesso industriale, la Soho Factory: sono i WWAA, progettisti del padiglione polacco all’Expo Shangai 2010. Ci s’interroga sul futuro e, nel mese di ottobre, ogni anno si svolge il festival Warsaw under construction organizzato dal Museum of Modern Art. Nel quartiere Praga la trasformazione è lenta, seppure un ambizioso progetto – Port Pranski – dovrebbe in futuro rinnovare l’ex scalo e tramutarlo in una marina turistica con nuovi appartamenti dotati di vista mozzafiato. Una ex fabbrica statale di vodka, la Koneser, lungo la via Ząbkowska che d’estate si popola di artisti e musicisti, è stata trasformata in spazio espositivo.
Non potevano mancare, nei percorsi e nelle istantanee della capitale, incantevoli ritratti del lento e maestoso fiume polacco per eccellenza. Il passaggio della Vistola attorno a Varsavia è un vasto bacino che s’incanala, fondendosi con le nevi, rendendo possibile l’attraversamento proprio in corrispondenza con il centro urbano – mentre l’antica Praga è in attesa della sua rinascita.
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