Polispatium: uno spazio polivalente per la mostra di Pavel Yakovlev
A Yaroslavl, nell’antica chiesa luterana di San Pietro e Paolo situata in via Sverdlova, si è tenuta l’esposizione di vari dipinti astratti creati da Pavel Yakovlev (n.1986). L’artista, che dal 2012 partecipa a mostre e concorsi internazionali – aggiudicandosi il primo premio per la migliore idea per una serie di opere surrealiste al “World Art 2015”, a Bratislava (Slovacchia) – ha proposto al pubblico una selezione di “Mollibus”, opere caratterizzate da vortici cromatici che sembrano proseguire all’infinito. Per i visitatori, la vista inconsueta di una mostra d’arte all’interno di spazi sacri – un binomio fuori dal comune nella Federazione russa – è stata amplificata da un senso di profondità sprigionato dalle tele sovrapposte alle pareti, bianchissime ma tuttora segnate da numerosi danneggiamenti risalenti all’epoca sovietica. La chiesa infatti, edificata originariamente nel 1846 con una donazione dell’imperatore Nicola I, fu distrutta in seguito al rovesciamento del regime zarista, nella rivoluzione del 1917. Proprio su uno degli elementi verticali che presentano ancora tali ferite, le tele di Pavel sono state poste a rappresentare un continuum spazio-temporale che collega le radici culturali del passato con le nuove espressioni della civiltà presente.
Sperimentazioni artistiche condotte da Pavel Yakovlev – pittore e scultore autodidatta, musicista ed ingegnere specializzato nell’automazione degli impianti industriali – attraverso varie forme e materiali, tecniche e linguaggi stilistici che riportano l’attenzione sulla funzione dell’uomo all’interno dell’universo, alla ricerca della connessione fra il subconscio e una dimensione materiale. Indagini che spaziano fino alla rappresentazione cosmica, attraversano la sfera onirica e riconducono immancabilmente al punto di partenza, come se non esistessero barriere fra i molteplici aspetti della realtà.
“Polispatium” ha visto fondersi lo spazio sacro, storico e religioso, con un ambiente contemporaneo in cui i visitatori si sono interrogati sul connubio inusuale di sollecitazioni interiori ed artistiche, mistiche ed esteriori. Accompagnati da composizioni non solo visuali, ma anche da musiche eseguite al pianoforte dallo stesso artista.
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