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Alla conquista di Marte: i progetti di Elon Musk e della Nasa per trasformare l’uomo in una specie multi-planetaria

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Sarà realmente possibile fondare su Marte la prima città autosufficiente della storia umana, a partire dal 2022? Lʼambizioso progetto è stato annunciato tre anni fa da Elon Musk, CEO di SpaceX, con la divulgazione dei piani di trasporto per i materiali indispensabili alla costruzione di una colonia permanente abitabile sul suolo marziano. “Vuoi svegliarti al mattino e pensare che il futuro sarà grandioso – e questo è tutto ciò che significa essere una civiltà di viaggiatori spaziali. Significa credere nel futuro e pensare che il futuro sarà migliore del passato. Ed io non riesco a pensare a nulla di più entusiasmante che andare là fuori ed essere tra le stelle”, aveva dichiarato Musk durante lʼintervento di presentazione del progetto BFR. Si tratta di un sistema composto da Starship, un veicolo spaziale più compatto se paragonato alle precedenti edizioni targate SpaceX – come Falcon 1, Falcon 9 ed il prototipo Falcon Heavy –, il quale dovrebbe essere in grado di svolgere tutte le attività necessarie per il trasporto dei materiali. Con unʼelevata velocità di lancio – grazie al nuovo motore Raptor – ed un sistema di atterraggio propulsivo, per poter toccare sia la superficie lunare, priva di atmosfera, che il suolo di Marte in presenza di unʼatmosfera molto rarefatta. 

Migliaia di navi, decine di migliaia di operazioni di rifornimento e numerosi lanci giornalieri. Per stabilire una base autosufficiente sulla Luna o su Marte, stando a quanto annunciato dallʼimprenditore di origine sudafricana – naturalizzato statunitense –, non si potrebbe fare a meno di guardare continuamente lʼorologio. Lʼavveniristica operazione avrebbe una durata non inferiore ai ventʼanni, tenendo conto dellʼallineamento planetario tra Marte e la Terra. Per portare a termine ciascun viaggio, ogni veicolo potrebbe impiegare dai tre ai sei mesi solo per raggiungere la destinazione. La navicella Starship è progettata per il trasporto di una notevole quantità (fino a 150 tonnellate) di carico utile, oltre ad ospitare 40 cabine, ciascuna per un massimo di 4-5 passeggeri a bordo. 

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Come sarebbe la vita sul Pianeta Rosso? 

In che modo sarebbe possibile per gli esseri umani vivere a lungo termine su un altro pianeta? Lʼobiettivo di SpaceX comprende lʼatterraggio di migliaia di navicelle-spola per gettare le basi di una colonia abitabile, ma anche il trasferimento di persone su Marte – i primi uomini a partire già dal 2024, secondo le stime più rosee. La Nasa prevede di compiere la medesima epocale svolta nel 2030. Nessuno è ancora a conoscenza delle esatte procedure per assicurare la sussistenza dei coloni spaziali, anche se sono state ipotizzate alcune soluzioni. 

Gli astronauti dovranno affrontare condizioni proibitive: la sottile atmosfera marziana è prevalentemente composta da anidride carbonica. Le temperature sono molto basse, con una forte escursione termica, variabile tra i -140°C degli inverni polari ai 20°C durante le stagioni estive, mentre la gravità equivale a circa il 38% di quella terrestre. Se, per quanto riguarda lʼatterraggio, il motore Raptor di SpaceX fa sperare in un risultato positivo, la questione relativa alla creazione di un habitat idoneo a sostenere la vita a lungo termine si fa molto più complessa. Diverse aziende hanno progettato prototipi di abitazioni autosufficienti ed isolate dallʼatmosfera esterna – per prevenire lʼingresso di polveri tossiche e microbi –, con una capacità di autonomia per periodi piuttosto prolungati, senza il supporto dalla Terra. Ossia, installazioni dotate di un sistema di alimentazione e supporto vitale, impianti per la gestione ambientale, attrezzature per affrontare lʼesterno svolgendo attività giornaliere. La tipologia di habitat che la Nasa sta programmando sarebbe in teoria simile a quel che abbiamo visto nel lungometraggio The Martian, di Ridley Scott (2015) – basato a sua volta sul romanzo di Andy Weir, Lʼuomo di Marte (2011). Sarà fondamentale realizzare una serra, nonostante la scarsa luce solare e le condizioni atmosferiche sfavorevoli alla coltivazione di piante, nonché lʼassenza di materiale organico nel terreno. 

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L’energia basilare andrà ottenuta sul posto. Nel 2016, gli scienziati dellʼUniversità tecnica di Eindhoven, nei Paesi Bassi, hanno realizzato delle foglie artificiali composte di gomma siliconica, le quali potrebbero servire da supporto nella produzione di energia per alimentare dispositivi di emergenza. Pertanto, un habitat iniziale sarà composto da zone modulari abitabili, con annesse strutture adibite a serre e laboratori, in gran parte simile ai moduli interni della Stazione Spaziale Internazionale (SSI). E per lʼapprovvigionamento idrico? La Nasa prevede di installare la prima base abitata nelle vicinanze di un antico deposito di acqua ghiacciata. Ne sono stati individuati diversi su Marte, dislocati non soltanto presso le calotte polari. Latitudini più idonee per lʼesplorazione umana presentano abbondanti bacini di ghiaccio – come le aree di Deuteronilus Mensae ed Hellas Basin o le pianure settentrionali di Utopia e Arcadia

Segugi robotici su Marte: i migliori amici dellʼuomo? 

Presentati nel dicembre scorso dai ricercatori del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa in collaborazione con il Caltech, nuovi robot a quattro zampe dotati di intelligenza artificiale, sensori e sistemi di rilevamento saranno utilizzati per esplorare le zone più impervie del Pianeta Rosso. Il loro compito sarà tracciare una mappa tridimensionale accurata, inoltrandosi là dove nessun rover era mai arrivato prima. Difatti, con le loro dimensioni ridotte, agilità e velocità superiori ai veicoli finora impiegati per lʼesplorazione, i cani-robot potranno introdursi anche nelle grotte sotterranee o affrontare terreni molto impervi, potendo anche rialzarsi dopo eventuali cadute. In tal modo, sarebbe possibile avere a disposizione dettagliate informazioni riguardanti, in particolare, le grotte come potenziali rifugi per gli astronauti – sia dalle temute radiazioni ultraviolette che dalle intense e prolungate tempeste di polvere rossa.

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Flora Liliana Menicocci

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