Il recente libro di Giovanni Armillotta dedicato all’Africa
Nello scrivere un libro sull’Africa – specie in questa parte del mondo – spesso si corre il rischio anzi, se vogliamo, noi lettori corriamo il rischio di annoiarci. Lunghe prese di posizioni istituzionali, poi una storia cronologica che – a pretesto di documenti su cui è riportato un fatto – esime l’autore a prendere posizioni contro – con molte opinioni – e invece a favore di un recente passato.
Nel recente libro di Giovanni Armillotta – Africa, il continente del terzo millennio. Chiave della modernità dal colonialismo al risveglio, Ledizioni, Milano, 2021, 444 pagine, € 19,90 – questo pericolo non c’è, e già dalla lettura dell’Introduzione dell’Autore, la quale toglie il velo a tanti luoghi comuni, frasi fatte e banalità con cui i Paesi “padri della democrazia” hanno martoriato tale Continente, basandosi pure su precetti etico-religiosi da far spavento.
La storia è uno specchio, e si può imparare dal passato e specie dal presente. Pensando ai cinque secoli di schiavitù e sfruttamento dell’Africa da parte delle potenze coloniali – rectius dell’Occidente – i crimini che i colonialisti liberal hanno commesso sono infiniti.
Chi divise segretamente l’Africa negli anni finali del sec. XIX, trasformando il Continente in colonia e protettorato, con poi le ipocrite maschere dei mandato? Chi ancor prima ha ottenuto più profitto dalla tratta degli schiavi durata 300 anni, che ha causato la perdita di centinaia di milioni africani? Chi oggi, oltre a controllare il commercio e molti eserciti e governi “amici” d’Africa, l’ha trasformata nel proprio mercato di approvvigionamento di minerali e prodotti e terre agricole, causando la perpetuazione del colonialismo mascheratosi da multinazionali? Chi restringe a lungo termine e influisce sullo sviluppo economico sostenibile dei Paesi africani? Chi ha privato il Continente dell’autonomia alimentare? Chi sta promuovendo le cosiddette nuove lingue e nuove tribù in Africa, creando conflitti etnici e istigando lotte religiose, distruggendo così l’ordine sociale ed economico dell’Africa, e peggiorando le tradizioni culturali? Basti l’assurda guerra civile che sta sorgendo in Camerun da parte degli africani anglofoni che vogliono staccarsi dai connazionali francofoni. Gente nera anglofona? francofona? e che fine hanno fatto le loro lingue originali e ancestrali, distrutte da inglesi e francesi? Destrue, divide et impera e poi vendi le armi contemporaneamente alle due parti.
Lo scopo è far restare i Paesi africani in stato di povertà, arretratezza e bisogno: però i Paesi occidentali si sottraggono alle proprie colpe, attraverso il buonismo, il politicamente corretto e l’“accoglienza”.
Su questo “peccato originale” ed attuale commesso dai Paesi occidentali contro l’Africa, nascono gli Stati eternamente in via di sviluppo. È una lezione profonda che si legge dal libro di Armillotta. Dopo che i Paesi occidentali hanno occupato l’Africa “direttamente” o “indirettamente”, l’ex sovrano coloniale ha cercato di mantenere il controllo del Continente attraverso alcuni meccanismi. I paesi occidentali hanno aumentato significativamente il loro intervento in Africa. Attuano politiche che collegano gli aiuti all’attuazione o meno della “democrazia” – la loro: formato esportazione, pari alle sigarette Nazionali di nota memoria. Essi, le proprie multinazionali, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale, il marcato e visibilissimo neo-colonialismo francese, hanno stabilito rigorose condizioni di “democrazia”, “libertà” e “diritti umani” per ogni elemosina che elargiscono all’Africa.
Utilizzando l’approccio “carota+bastone”, ottengono il proprio controllo sugli affari interni dei Paesi africani ed il loro intervento nella scelta delle strade di sviluppo e nelle allenze, paventando la “cattiva” Repubblica Popolare Cinese, che invece aiuta questo Continente sin dai tempi – miserrimi per Pechino – della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria.
Questa è la ragione occidentale di fondamento del sottosviluppo a lungo termine dell’Africa. Il vecchio ed il neo-colonialismo – i predicati da “missionari occidentali” – hanno la stessa essenza, sia in ingiustizia che in disuguaglianza. E al contempo l’Occidente ha paura della forza di Pechino, preoccupato per il successo del “modello cinese”, e teme che le relazioni sinoafricane saranno sfavorevoli.
Gli interessi del “mondo libero” temono la sfida e hanno paura che il rafforzamento del peso e dell’influenza congiunti della Cina e dell’Africa negli affari internazionali possa sfidare l’Occidente e il suo ordine politico ed economico internazionale dominante.
Pertanto, quando si considerano tutti i tipi di interventi e influenze, non dobbiamo solo indagare sulla sua origine, ma anche comprenderne le radici.
Per tale ragione il libro di Giovanni Armillotta va letto da chi è interessato a capire le reali ragioni di povertà, disperazione, assoggettamento politico e immigrazione che colpiscono il Continente più ricco di risorse naturali del nostro pianeta.
Chi desiderasse maggiori informazioni può rivolgersi direttamente all’Autore: ga57@yahoo.com
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