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Come eran belli i tempi dell’eliminazione diretta

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I recenti risultati settimanali nelle Coppe organizzate dall’Uefa, hanno provocato irritazione in alcuni appassionati di calcio europei. E se poi uniamo i vari scandali su calcio scommesse on line e non on line che si ripetono regolarmente, facendo capolino da qualche stagione in qua, è bene ripensare a questa formula assurda e cripto-feudale.
Se andiamo indietro con la memoria, tutti ricordiamo che nel corso della Coppa dei Campioni 2013-14 – perché si tratta di una Coppa e non di una lega come disse bene Carlo Ancellotti a Radiodue il 7 dicembre 2005, alle ore 7:54 del mattino – il SSC Napoli si vide preclusi gli ottavi con ben 12 punti nel proprio gruppo, e altre qualificate con 6 nel loro. Per non dire poi di quelle già promosse prima dell’ultima o penultima giornata le quali giocano in casa come se s’allenasserò il venerdì, o in trasferta con lo stesso spirito d’ammirare le onde del Mar d’Azov e assaporare i vini e la cucina del Ponto Eusino – alla faccia dello spirito sportivo desiderato da quelle anime belle dei tifosi che li vorrebbero vincenti ovunque.
Il regolamento della Coppa dei Campioni è una vergogna sportivamente ed un affare per quei soliti che hanno distrutto il calcio di club europeo. E in specie grazie a un nostro connazionale che addirittura voleva la “super cembionz lighes” ristretta a italiani, francesi, inglesi spagnoli e tedeschi; con il resto – fra olandesi, portoghesi, albanesi, ecc. – mandati a spigare.
Mi spiace per quei poveri illusi che guardano la tv/pubblicità e hanno bisogno di tanto calcio, quando si capisce che squadre come il Bayern, con la qualificazione in tasca, fanno quello che pare loro: e mi limito a dir questo, i lettori magari potranno pensare ad altro e fanno pure bene.
Io sono per il ritorno ai vecchi tempi. Eliminazione diretta sin dai preliminari: va bene anche con le teste di serie. Oppure se questo obbrobrio di regolamento a gruppi delle due Coppe deve restare, si qualifichino i migliori 16 – per la Campioni – e 24 – per la Lega Europa – punteggi in assoluto e non le prime due a gruppo, così si evitano le pastette combinatorie del “girone” personale dei baroni di turno. E poi non riesco a capire quale principio “etico” stabilisca che chi arrivi terzo con 12 punti debba essere inferiore tecnicamente ed agonisticamente a un secondo con 6!
Con i 16/24 migliori punteggi, immaginate quante società si sentirebbero il pepe laggiù, giocando con gli attributi e non con guide paesaggistiche e Michelin.

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Giovanni Armillotta

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