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Miracolo Südtirol: per la prima volta il Trentino Alto Adige è in serie B

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Nessuna spesa folle, investimenti sui giovani e tanta programmazione: questa la ricetta alla base del successo del Südtirol, che battendo fuori casa la Triestina ha appena ottenuto la promozione diretta in serie B. La squadra, fondata appena 26 anni fa, porta per la prima volta in serie B (da quando esiste il girone unico) il Trentino Alto Adige, lasciando alla sola Val d’Aosta, come nota anche Il Post, il triste primato di unica regione a non aver mai preso parte alla serie cadetta. Ma come è stato possibile questo trionfo?

Südtirol capolista: una cavalcata trionfale

Doppietta di Casiraghi a Trieste e finalmente la matematica incorona il Südtirol come prima della classe nel girone A di Lega Pro, un verdetto meritato e, se vogliamo, atteso, visto il rendimento della squadra nel corso dell’intero campionato. L’undici altoatesino, infatti, è stato protagonista di una cavalcata trionfale, iniziata sin dalle prime giornate.

Virtus Verona, Trento, Pergolettese, Renate, Pro Vercelli, nelle prime sei partite disputate sono ben 5 le squadre a cadere sotto i colpi di Rover e compagni, come si può vedere scorrendo tutti i risultati su Sky Sport, con il solo AlbinoLeffe a strappare un 1-1 alla seconda giornata, per un inizio col botto che ha messo subito in chiaro le qualità di questo gruppo.

Il percorso del Südtirol è stato pressoché perfetto per tutta la durata del torneo, con addirittura un picco di 10 punti di vantaggio sul Padova secondo e ancora uno zero sotto la casella “sconfitte” dopo ben 28 giornate: è solo a Piacenza il 27 febbraio, infatti, che i biancorossi cadono per la prima volta (1-0 con gol di Rabbi), per poi capitolare nuovamente un mese dopo alla 34esima giornata sul campo del FeralpiSalò (0-1 al 91esimo di Miracoli).

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Numeri che avrebbero potuto portare alla matematica promozione ben prima se non fosse stato per la caparbietà del Padova, capace di approfittare di questi due soli passi falsi e riavvicinarsi fino a -2 punti a 3 giornate dal termine e con uno scontro diretto da giocare alla penultima. Il 4-0 rifilato al Fiorenzuola, lo 0-0 con i rivali e il successo di Trieste permettono al Südtirol di mantenere la vetta e di chiudere a 90 punti, con 49 gol fatti e solo 9 subiti, un record a livello europeo.

Per il Südtirol non sarà certo facile confrontarsi con un campionato difficile come quello di serie B, un torneo lungo ed equilibrato in cui si troverà ad affrontare squadre del calibro di Parma, Perugia e Reggina, senza contare quelle che usciranno sconfitte dall’incredibile testa a testa per la promozione in A che sta avvincendo tutta Italia rendendo difficile ogni previsione anche per gli esperti delle quote per la Serie B come Betway, ma per ora l’intera regione si gode questo sogno, consapevole di poter contare su una società sana e capace di programmare il futuro.

Ma dove nasce questo successo? Di chi sono i meriti della storica promozione in B?

Salary cap e investimenti mirati: il modello Südtirol

La promozione del Südtirol non è casuale ma è frutto di un lungo lavoro di programmazione che parte da lontano. La società bolzanina, nata appena 26 anni fa dall’acquisizione da parte di un gruppo di imprenditori del SV Milland di Bressanone (all’epoca iscritto al campionato di Promozione) e dalla successiva ridenominazione in Südtirol, è riuscita infatti a scalare le classifiche fino a diventare protagonista dei tornei professionistici grazie a un progetto solido fondato su basi ben precise.

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In un’epoca in cui le società calcistiche più ricche fanno la corsa ad accaparrarsi i migliori top player senza limiti di spesa, il Südtirol rema controcorrente, puntando sull’importanza di investire sui giovani e di costruire una rosa di qualità senza fare follie. I pilastri del modello Südtirol sono infatti proprio i giovani e il salary cap, che permettono da un lato di coltivare i talenti all’interno di un proprio vivaio e, dall’altro, di non sperperare denaro con contratti faraonici.

Il settore giovanile è centrale nel progetto della società altoatesina ed è costruito in modo tale da far crescere in un ambiente sereno i campioni di domani, assicurando loro i giusti spazi ma anche un contesto curato dal punto di vista strutturale, in cui i giovani calciatori possono avere tutto ciò che occorre per migliorarsi anno dopo anno. Non è un caso che tra i protagonisti della scalata alla B troviamo ben quattro bolzanini DOC, ossia Manuel Fischnaller, Fabian Tait, Hannes Fink e Simone Davi, oggi veri e propri eroi locali.

Come detto, però, non meno importante è il tetto salariale imposto agli ingaggi, una scelta mirata a non creare disparità all’interno del gruppo e, al tempo stesso, anche a non danneggiare le casse societarie. Con un monte ingaggi tra i più bassi dell’intera Lega Pro e un tetto massimo per gli stipendi fissato a 100mila euro annui, infatti, il Südtirol ha saputo costruire una rosa solida in ogni reparto, mantenendo in salute i bilanci anche in vista degli ulteriori investimenti da portare a termine evidenziati anche da Il Sole 24 Ore.

Smaltita la sbornia per i festeggiamenti, per mister Javorčić e i suoi uomini inizia dunque un nuovo capitolo, un’avventura incredibile per la “Cenerentola” della B che gli amanti del calcio più sano e genuino continueranno a seguire a prescindere dalla loro provenienza.

Crediti immagini: Pixabay

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